Amleto nel 2022 potrebbe farsi questo interrogativo. Sembra una domanda un po’ astrusa e teorica, ma in realtà è dannatamente concreta. Le imprese si giocano molto del loro futuro nella risposta che si daranno, consapevoli o meno che siano. Ogni azienda ha delle caratteristiche speciali distintive evocate, chi più chi meno, dal marchio e dai ricordi ad esso associati.
In Aton sin dal nostro concepimento ci riconosciamo in tre valori fondamentali che vorremmo fossero sempre praticati dalle nostre persone nel loro agire quotidiano:
In altre parole, vorremmo che nei nostri mercati fosse diffuso un richiamo spontaneo a una squadra affidabile, composta da professionisti eccellenti, agile e che ama migliorarsi sempre, con la quale condividere in serenità progetti e futuro di lungo termine con speciali capacità evolutive e di adattamento.
Serenità e benessere sociale e ambientale non sono però un diritto acquisito, bensì il risultato collettivo della nostra capacità di coltivarle tutti insieme, giorno dopo giorno, con rettitudine e impegno. Praticarlo tutti i giorni, con un numero crescente di persone, clienti e complessità, rendendolo credibile ai nostri numerosi stakeholder, non viene da sé e richiede una costante grandissima attenzione, ma rende davvero sostenibile la crescita insieme a chi ci sceglie.
Noi abbiamo deciso per lo shakespeariano essere apertamente della partita, soffrendo e lottando per essere percepiti ogni giorno in modo più forte e coerente con i nostri fondamentali, evitando l’opportunistico, nebbioso, limbo del “non esserci”. “Ma chi te lo fa fare?” è la domanda che alcuni mi fanno — e molti pensano — riguardo le attenzioni che da sempre ho riservato alla responsabilità sociale d’impresa. Per me è una condicio sine qua non, se non fossi riuscito a fare impresa in questo modo avrei fatto un altro mestiere. Sono convinto che ci sia un gusto speciale nel creare profitti e prosperità cercando sempre l’eccellenza nel generare valore, per il mondo che ci ospita e per le persone che credono in noi, collaboratori o clienti che siano.
Le persone non sono macchine automatiche dove metti dentro lo stipendio e ti esce il lavoro: tra l’Ego e il Team vincerà sempre il secondo, soprattutto se guidato da leader gentili e non tossici. Chi non crede a questi concetti sarà inesorabilmente escluso dalla crescente diffusa consapevolezza verso i bisogni superiori, di natura personale, sociale e ambientale. Sono convinto che il mondo avrà sempre più bisogno di imprese che si espongano con un Brand forte dai valori chiari, coerenti e sostenibili, per aiutare nelle scelte sia i lavoratori (=con chi continuare o iniziare a lavorare) che le imprese e i clienti (=a chi affidare i nuovi progetti). Nel nostro settore, ritengo che scegliere il Brand più adatto alle proprie esigenze sia la migliore assicurazione anche per mitigare il rischio delle turbative più imprevedibili come le conseguenze di Covid, cambiamento climatico, guerre, inflazione, “strozzature” alla supply chain, etc.