Come si sviluppano davvero le competenze sales?
Come si insegna a generare valore, costruire relazioni di fiducia, cogliere i bisogni di un cliente, negoziare, far sentire l’altro davvero ascoltato?
Una presentazione in PowerPoint o un test a risposta multipla, questa volta, non sarebbero bastati.
Quando abbiamo iniziato a immaginare il gran finale .atonAcademy Tech Sales & Business Development, ci è stato chiaro fin da subito: serviva una vera sfida.
Serviva il lavoro di squadra, la voce tremante prima di parlare, il confronto diretto, l’adrenalina, l’imprevisto.
In una parola: serviva un palco. Un teatro!
Così è nata l’idea: trasformare la fase conclusiva di .atonAcademy in un talent show teatrale, dove i partecipanti potessero non solo raccontare ciò che avevano imparato, ma metterlo in scena davanti a una giuria composta dal Board di Aton.
La challenge? Sviluppare un piano completo di Sales & Business Development, con un focus concreto sull’espansione internazionale: target di mercato, strategie di ingaggio, canali, posizionamento.
Abbiamo diviso i 15 artisti di Bottega, i garzoni, in 5 team, ciascuno assegnato a una delle business line di Aton a più alto potenziale globale: RFID Retail, Service Desk, Sell Out, GPL e PIM.
Ogni team è stato affiancato da uno dei nostri Client Manager nel ruolo di Buddy – Andrew, Cristiano, Giovanni, Matteo e Tania: punti di riferimento e di confronto, capaci di stimolare, orientare e aiutare il team a scegliere una direzione chiara, concreta e realizzabile.
Il giorno prima della sfida finale abbiamo accolto in Aton i garzoni, arrivati da ogni angolo d’Italia. C’era chi aveva attraversato la penisola in treno per otto ore, chi era partito all’alba con lo zaino in spalla, chi aveva percorso oltre 800 chilometri: il primo incontro è stato un mix di emozioni, con un pizzico di incredulità.
Persone che fino a quel momento si erano sentite solo su Teams, ciascuna con la propria storia e il proprio percorso, si sono incontrate per la prima volta in azienda: sembrava si conoscessero da sempre. Il gruppo era già una squadra!
Ed eccolo, il grande giorno. La location d’eccezione, il Teatro del Pane di Villorba, ha fatto da cornice perfetta alla sfida finale.
La tensione prima di entrare, le prove a occhi chiusi, le revisioni fino all’ultimo secondo. I sorrisi complici tra i compagni di team, i Buddy al loro fianco a sostenerli, i Maestri d’Arte lì a fare il tifo, i mentor che annuivano dai lati del palco.
In quel mix di adrenalina, emozione e voglia di fare bene, è emerso tutto quello che volevamo vedere: spirito di squadra, capacità di comunicazione, visione strategica e soprattutto relazioni autentiche.
Ogni team ha avuto 15 minuti per il proprio pitch: il momento per mettere in scena non solo il progetto, ma settimane di lavoro, confronto e scelte condivise.
C’è chi ha scelto un roleplay di vendita, chi ha simulato una riunione con un cliente in inglese, chi ha costruito un racconto fatto di dati, insight e visione. Approcci diversi, ma un punto in comune: ogni presentazione è stata pensata, costruita e portata sul palco con estrema cura, coerenza e collaborazione.
E lì, sotto le luci del teatro, abbiamo visto prendere forma il vero obiettivo di questa .atonAcademy: non solo imparare a “vendere”, ma imparare a farlo in squadra.
Alcuni dei progetti nati in questa finale potrebbero davvero rientrare nella strategia Aton e alcuni dei 15 artisti di bottega verranno assunti per lavorare all’interno dei nostri team.
Tutti riceveranno una lettera di referenze personalizzata, a riconoscimento del valore dimostrato lungo tutto il percorso.
Ma, al di là dei risultati e delle opportunità concrete, c’è qualcosa che ci ha colpiti più di tutto. Chiedendo un feedback a ciascuno di loro, è emerso con chiarezza quanto questa esperienza abbia lasciato un segno. Un segno che va oltre qualsiasi curriculum.
Perché non si sono portati a casa solo nuove competenze: si sono portati a casa fiducia, relazioni e un’idea diversa di crescita.
La consapevolezza che, quando si lavora insieme con un obiettivo comune, qualcosa cambia. Dentro e fuori.