Aziende di tutte le dimensioni valutano regolarmente le loro capacità nella gestione degli inventari e cercano di spremere il più possibile l’efficienza dalle infrastrutture esistenti, alcune decidono di adottare nuove tecnologie che possano portare le loro prestazioni ad un livello superiore.
Tra queste spicca sicuramente l’identificazione in radiofrequenza, l’RFID, che consente, come abbiamo visto in questo video RFID Explained, di contare velocemente con una possibilità di errore prossima allo zero.
I casi d’uso e le esigenze sono diverse a seconda del settore in cui l’azienda opera, ma di sicuro tutte puntano ad avere una fotografia veloce ed immediata dei prodotti in giacenza, siano essi in un magazzino, negozio o sito produttivo. Il peggior incubo? Dover bloccare tutte le attività, chiudere un punto vendita o un’area specifica e dedicare molte risorse per avere questo dato.
Grazie all’RFID è possibile fare tanti inventari e veloci lungo tutto il corso dell’anno e avere così un dato sempre più preciso. Disporre di queste informazioni in qualsiasi momento permette di fare scelte strategiche di produzione e di vendita, di efficientare il proprio magazzino e le operazioni di replenishment.
Entriamo ora nello specifico del settore retail: fashion e GDO.
Partiamo dai numeri: 7 persone, 1 giorno, 15.000 articoli è il tempo rilevato da un’azienda del mondo fashion per effettuare un inventario tradizionale in un punto vendita. Con l’RFID? 3 persone, 1 giorno, 90.000 articoli.
Questi dati portano indubbiamente a riflettere sulla possibilità di effettuare durante l’anno più rilevazioni degli articoli presenti nell’area vendita, nei magazzini di alimentazione, nel magazzino principale. Ecco che all’inventario annuale, che la legge impone, si aggiungono i cosiddetti inventari ciclici, che consentono di monitorare lo stato delle giacenze ed intraprendere azioni proattive nell’alimentazione delle diverse aree. L’operatività stessa degli assistenti alla vendita viene guidata dalle informazioni che derivano da questi inventari: i dati raccolti infatti confluiscono nell’applicazione mobile di store management.
Alla base degli inventari ciclici c’è la tracciatura costante e continua degli oggetti in tutte le loro movimentazioni: sapere cosa c’è in area vendita, cosa è entrato e cosa è uscito dal magazzino, cosa è stato venduto e cosa è stato sottratto impropriamente, consente di non perdere una sola vendita perché l’articolo è sempre presente a scaffale o perché l’assistente alla vendita è in grado di rispondere prontamente sulla sua disponibilità o sul riordino dello stesso e di prevenire eventuali furti analizzando gli eventi ricorrenti.
Agli inventari ciclici si possono poi aggiungere degli inventari localizzati o per zona (ad esempio abbigliamento bambino): i dati raccolti sono utili al punto vendita per correggere eventuali discrepanze sulla presenza di un determinato articolo a scaffale (ad es. ci devono essere 4 taglie L, 4 M, 8 S); concorrono inoltre ad alimentare l’inventario totale che in tal modo, oltre ad essere più veloce, sarà anche maggiormente preciso e fornirà un dato attendibile per le operazioni di replenishment.
I benefici nell’adozione dell’RFID non riguardano solo il punto vendita fisico, ma anche l’online e la disponibilità in tempo reale di un determinato articolo in un preciso punto vendita. Strategia omnichannel e migliore accuratezza dell’inventario si traducono in migliore redditività per il brand.
Come abbiamo spiegato nel post gli inventari ciclici per un riordino automatico più efficace, affinché gli algoritmi del sistema di replenishment adottato lavorino correttamente, è necessario avere dati sempre più precisi sulle giacenze e l’unico modo è fare delle rilevazioni continue e costanti.
Molte sono le similitudini con il mondo fashion retail: posso effettuare un inventario totale o per area, per corsia, per tipologia di prodotto.
L’unione di tutti i dati raccolti (giacenze a scaffale e nel magazzino, venduto, reso…) contribuisce ad una migliore accuratezza dell’inventario che poi va a braccetto con la strategia omnichannel nel raggiungimento di maggiori profitti (leggi anche e-commerce e logistica vanno a braccetto).
Cosa c’è di diverso? Nella GDO la velocità di replenishment è molto elevata a causa delle scadenze ed altrettanto rapida deve essere la gestione di prezzi e promozioni: gli inventari ciclici aiutano ad avere dati sempre aggiornati e precisi e a ridurre il rischio di out of stock.
In questo mondo, come in quello del manufacturing, la gestione dei “returning item” assume una certa rilevanza. Roller, ceste, pallet oltre ad essere indispensabili nell’operatività di tutti i giorni hanno un valore economico. L’utilizzo della tecnologia RFID consente di tracciare questi asset così da avere dati precisi sulla disponibilità e sulla loro posizione.
Se i benefici nell’impiego della tecnologia RFID in questo ambito sono stati appurati anche con esperienze come quella di Esselunga, rimane da smarcarne l’effettiva sostenibilità. Ogni singolo articolo dovrebbe già arrivare con il suo tag identificativo e per fare questo tutto dovrebbe partire da chi lo produce o meglio ancora da chi ne realizza il packaging.
Una soluzione alternativa in realtà esiste già e si chiama Computer Vision, grazie all’accoppiata intelligenza artificiale e realtà aumentata i retailer possono effettuare inventari ancora più accurati senza la necessità di ri-etichettare ciascun articolo.