La più grande conferenza italiana di Angular che si è tenuta a Roma questo lunedì. Un’intera giornata per conoscere le ultime tendenze del mondo Angular e delle tecnologie Web, condividere idee e incontrare i migliori sviluppatori italiani e internazionali.
Facciamo un passo indietro. Angular è un framework open source, il suo utilizzo permette lo sviluppo di applicazioni web che girano su tutti i principali browser quali ad esempio Chrome, Microsoft Edge, Firefox, Safari, e su tutte le piattaforme inclusi smartphone e tablet.
Aton impiega questo strumento, fin dalla sua prima versione, all’interno delle proprie soluzioni web e mobile. Determinante nella scelta è stata la community e il numero di persone a livello mondiale che utilizzano tale framework nonché il main sponsor conosciuto da tutti: Google. La scelta viene avvalorata dal fatto che la stessa Google al suo interno ha più di 1.500 applicazioni sviluppate in Angular, questo fa si che la continua evoluzione del framework sia garantita e spinta dal suo stesso ideatore.
Angular offre un vasto ecosistema quando si tratta di separazione e architettura dell’applicazione. Esistono spesso parti di codice che non si desidera riutilizzare solo all’interno di un’unica applicazione, ma si vuole renderle disponibili ad applicazioni terze o addirittura, grazie a gestori di pacchetti per il linguaggio di programmazione JavaScript come npm (Node Package Manager), all’intero Internet, una realtà decisamente più grande. Ed è qui che entrano in gioco le Angular Libraries. Durante la presentazione è stato mostrato come possiamo spostare il nostro codice da un’applicazione esistente in una libreria Angular, in modo da riutilizzare il codice su più applicazioni. Ciò rende molto più semplice il ridimensionamento e l’architettura delle applicazioni Angular e ci permette di unificare e rendere più efficiente il nostro codice.
Quante volte gli utenti sono costretti ad attendere durante l’utilizzo di un’applicazione? Quante volte si trovano davanti la classica pagina bianca con un’animazione di caricamento in corso?
Sicuramente quanto appena descritto è un’esperienza che vogliamo evitare. Le prestazioni sono una caratteristica chiave di un’applicazione di alta qualità. Una delle misure che possiamo adottare è quella di caricare solo le parti necessarie della nostra app. Durante l’evento sono stati infatti approfonditi i modi con cui si può implementare un Lazy Loading in Angular. In particolare, è stato approfondito l’utilizzo di Ivy, nome in codice della pipeline di compilazione e rendering presente a partire dalla versione 8 di Angular.
Anche se siamo circondati da reti sempre più stabili e performanti, non è raro imbattersi in situazioni di scarsa connettività. Proprio per questo, è stato dedicato uno spazio dell’evento per sottolineare l’importanza di rendere le proprie applicazioni stabili e funzionanti anche in assenza di connettività e questo in Aton ce lo abbiamo già chiaro da tempo. Certamente non si possono rendere disponibili tutte le funzionalità di una app anche offline, però l’obiettivo dev’essere quello di avvicinarsi il più possibile alla stessa esperienza d’uso.
In un mondo nel quale il web viene ormai consultato più dai dispositivi mobile che dai classici computer è fondamentale avere degli strumenti che possano rendere performanti in diversi ambienti le nostre pwa (progressive web app), app che utilizzano le moderne funzionalità Web per offrire agli utenti un’esperienza molto simile, se non migliore, a una app nativa. Proprio per questo è stata presentata la tecnologia che prende il nome di Capacitor e con essa sono stati presentati alcuni esempi concreti soffermandosi su pro e contro di un approccio di questo tipo. A detta degli sviluppatori di Capacitor è possibile adattare le nostre app al mobile in pochissimo tempo. È da provare!
Inoltre, sono stati portati alla conferenza argomenti più generici, che possono essere spunti per applicazione moderne ed innovative. Sono stati portati esempi concreti di utilizzo del machine learning tramite la libreria Tensorflow.js e informazioni invece più pensate per le applicazioni future, come l’implementazione della realtà aumentata all’interno di applicazioni che possano guidare in modo più naturale gli utenti.
L’esperienza che abbiamo vissuto a Roma è stata molto formativa e ci ha permesso di portare a casa nuove conoscenze e nuove idee da poter introdurre nei nostri progetti.
Il nostro percorso di innovazione continua…
Nicolò e Luca