pixel
Condividi
x

Computer Vision: quanto questa tecnologia è accessibile alle aziende?

07/06/2019
Redazione-img
Redazione
Categorie

Lo ammetto, perfino io quando leggo l’acronimo “CV” ho ancora un attimo di smarrimento nel cercare di piazzare nel contesto di un discorso sull’innovazione… un Curriculum Vitae! Un pò come quando leggiamo “File” o “Code” in un testo in italiano e lo pronunciamo mentalmente all’inglese, e poi ridiamo di noi stessi e della nostra deformazione mentale. Noi informatici siamo così, ci divertiamo con poco.

Eppure dovremmo essere allenati: CV (che, ovviamente, sta per “Computer Vision”) è un acronimo sempre più menzionato, nella più disparata serie di campi; se pochi anni fa costituiva ancora una nicchia, appannaggio di applicazioni particolari e sistemi molto costosi, oramai si sta diffondendo sempre di più nella “vita informatica” di tutti i giorni.

Ovviamente questa diffusione della Computer Vision va di pari passo con la “commoditization” dell’intelligenza artificiale: abbiamo già parlato di cani e di moci, e di come gli strumenti tecnologici rendono ora possibile estrarre contenuto dalle immagini più disparate, ma vale la pena sottolineare come questo campo sia ora diventato accessibile a molti più utilizzatori.

In altre parole, nel passato un’azienda che usava il riconoscimento d’immagini probabilmente faceva quello “di mestiere”, e licenziava la sua soluzione – che altrettanto probabilmente copriva relativamente pochi casi d’uso – ai suoi clienti, che la inserivano nelle applicazioni. Ora invece  la CV è disponibile come tecnologia, in diverse forme e soluzioni; ci sono ovviamente ancora le soluzioni ad-hoc, ma i maggiori fornitori di Cloud forniscono dei servizi molto sofisticati con cui si possono realizzare una vasta gamma di applicazioni. All’altro lato dello spettro ci sono poi librerie disponibili in open source (e gratis), come OpenCV, che ognuno può usare. In particolare, le aziende che fanno tutt’altro possono adottare con maggiore semplicità quella che – appunto – è diventata una tecnologia accessibile, e “piegarla” ai propri scopi.
E’ un bel momento, perché le potenzialità sono immense. Penso molti abbiano visto Google Lens: incorporato in molte fotocamere dei sistemi Android, se attivato sovrappone all’immagine inquadrata una serie di “aree attive”, che il sistema “riconosce”. Se inquadro la mia sala da pranzo, riconosce il tavolino (con link al sito Ikea… ebbene sì, ho un tavolino Ikea), la bottiglia d’acqua sopra di esso (voglio comprarla online? No, grazie), il mio Macbook, e mi permette anche di trascrivere su un messaggio il testo che compare sullo schermo o il titolo di un libro lì vicino. Impressionante.
Sì, ok, ma noi? Abbiamo già cominciato con soddisfazione a realizzare dei progetti concreti: un sistema di visione realizzato con OpenCV ci ha permesso di sostituire le fotocellule che usiamo nei sistemi RFID per giudicare se un varco è impegnato in entrata o uscita; oltre alla direzione, permette anche di sapere se sta passando un uomo o un pallet, e comportarsi di conseguenza. Tutto con una webcam da poche decine di euro. L’estensione al manufacturing è piuttosto semplice, ma ciò che vorremmo come passo successivo è spingerci nel retail.

Attualmente .onRetail – la nostra soluzione per la GDO – riconosce i prodotti tramite lettura del barcode o ricerca manuale. Di certo, niente di male in questo: gli inventari di negozio sono già molto ottimizzati; ma si aprono diverse possibilità interessanti. Inquadrare il frontalino del prezzo, e tramite riconoscimento del testo riconoscere cosa si sta inventariando? Si può già fare. Inquadrare il prodotto stesso e riconoscerlo direttamente? Sarebbe un bel passo successivo. Ma anche integrare la rilevazione di flussi di clienti e magari il loro mood (sempre con un occhio alla privacy), individuare le “zone calde” di uno store, magari classificate per periodo della giornata o a fronte di promozioni su una certa categoria merceologica, per studiarne l’efficacia… sono solo alcune idee che potrebbero essere facilmente integrabili e dare valore, nel contesto sopra descritto.

Quando nel 2017 partecipammo all’NRF di New York, la più grande fiera mondiale del retail, nella sezione Innovation si vedevano molti di questi concetti – ricordo ad esempio carrelli “video” che, spinti dal cliente nelle corsie, “sorvegliavano” automaticamente gli scaffali – ma da allora, in soli 2 anni, sono stati fatti passi enormi. Alcune promesse vanno ovviamente prese ancora cum grano salis e valutate nel contesto di un processo: è difficile pensare che una semplice telecamera possa davvero censire al 100% il contenuto di un carrello, ad esempio, ma se gli errori rientrano in una certa soglia, il risparmio di tempo che ne consegue compensa il gap.
Il mestiere che vogliamo e siamo chiamati a fare del resto è questo: valutare una tecnologia, calarla nella nostra realtà, eventualmente adottarla; per rendere i nostri prodotti sempre più utili. E’ un bellissimo momento per lavorare nel nostro campo, e il futuro ci presenterà di certo interessantissime novità!

ATONEWS
Le persone al centro
Progetti evolutivi atonpeople
People·Prosperity
Elena Pera
Per la crescita di Aton, puntiamo sulla crescita degli atonpeople
28/03/2024
Approfondisci
Nomade digitale - Aton
People
Alberto Canova
Il nomade digitale…stanziato a Cape Town!
27/03/2024
Approfondisci
Remote working da Barcellona - Alessandro Martin
People
Alessandro Martin
Dal villaggio alla grande città con il remote working
25/03/2024
Approfondisci
Inventario - Aton
Retail · Retail Management·Tech
Andrea Cobre
L’inventario: scenari e tecnologie per il Retail
22/03/2024
Approfondisci
Fiera Alimentaria 2024 Barcelona - Aton
Food & Consumer Goods · Sales
Pilar Jarillo Rincón
Fiera Alimentaria 2024: il futuro del Food & Beverage da Barcellona
21/03/2024
Approfondisci
digital nomadism - Aton
People
Germano Rizzo
Oh My Buddha: sogni e pratica del digital nomadism
18/03/2024
Approfondisci
CASE STUDY
Ecco alcune delle nostre esperienze
Leggi
caffè-vergnano-case-study-aton-img

Caffè Vergnano

Food & Consumer Goods
Oggi Caffè Vergnano è presente sul territorio in 19 regioni con oltre 4.500 clienti Ho.Re.Ca e nel mondo con più di 70 locali in 19 paesi.
Approfondisci
Leggi
unicomm-banner-img

Unicomm

Retail Vendite Omnichannel
Nel corso dei suoi quasi 70 anni di storia Unicomm è cresciuto fino ad essere presente oggi in 7 regioni e 32 province italiane. Con oltre 1500…
Approfondisci
Leggi
shv-energy-case-study-img

SHV Energy

Energy
In una sola web console l’azienda registra i dati, gestisce gli ordini, pianifica i rifornimenti, la manutenzione e si assicura che tutte queste operazioni vengano riportate in modo immediato e automatico nel gestionale.
Approfondisci
Leggi
gruppo-poli-banner-img

Gruppo Poli

Retail Vendite Omnichannel
Poli ha unito tradizione e innovazione nel proprio modo di fare impresa ponendo particolare attenzione ai collaboratori, ai clienti e al territorio. In Aton, ha trovato un partner con…
Approfondisci
Leggi
cattel-banner-img

Cattel

Food & Consumer Goods Vendite Omnichannel
Cattel S.p.a, azienda leader nel Nord d’Italia nella distribuzione di prodotti alimentari nel canale Ho.Re.Ca ha profondamente trasformato la raccolta ordini adottando la soluzione .onSales B2B di Aton.
Approfondisci
Leggi
Despar-Case-banner-img

Despar

Retail Vendite Omnichannel
Tutte le operazioni di negozio gestite in palmo di mano per gli oltre 600 punti vendita Despar, Eurospar e Interspar
Approfondisci