Vi hanno detto che dovrete tenere una formazione in qualità di trainer: tutto molto entusiasmante, ma siete proprio sicuri di essere veramente pronti per questa missione?
Perché conoscere l’argomento a memoria non è sufficiente!
Lo abbiamo scoperto durante questo interessante percorso di crescita in collaborazione con la nostra coach, durante il quale abbiamo capito che il momento dell’erogazione della formazione, in realtà, è solamente la punta dell’iceberg!
Il processo di preparazione della formazione, infatti, richiede molta cura, dedizione, pazienza, attenzione: va progettato e programmato specificatamente in ogni dettaglio, adattandolo al tipo di audience che incontreremo in quella specifica occasione.
Anche se l’argomento è sempre lo stesso, è necessario capire i reali bisogni ed aspettative del pubblico che parteciperà al training.
Perciò, accantonate l’idea di imparare a memoria la lezioncina!
Una formazione, per essere efficace, deve infatti essere preparata con attenzione, seguendo vari passaggi. Scopriamoli insieme!
Il primo passo è raccogliere le informazioni chiave sui bisogni del cliente e sull’audience: come è stata loro presentata questa sessione di formazione?
È necessario comprendere soprattutto le aspettative, il livello pregresso di conoscenza dell’argomento e l’attitudine verso questo training.
Questa analisi approfondita dei bisogni serve a fornire a noi trainer una panoramica chiara e dettagliata dell’audience, mettendo il formatore nella posizione ideale per progettare una formazione più “personalizzata” e specifica.
Il secondo step prevede di strutturare la giornata e gli argomenti da trattare, progettando una scaletta e dettagliando le tempistiche, senza dimenticarsi le pause caffè 😉.
Bisogna tener presente il coinvolgimento dell’audience, mantenendo viva l’attenzione grazie a strategie didattiche differenti, come l’uso di esempi pratici, casi di studio e attività interattive, per coinvolgere attivamente i partecipanti e favorire un apprendimento più duraturo.
Durante il corso abbiamo esaminato l’importanza dell’utilizzo di multi risorse visive e audiovisive (ad es. slide, video e supporti multimediali) per variare la presentazione e rendere i concetti più comprensibili.
Inoltre, abbiamo imparato a definire il giusto livello di dettaglio nelle spiegazioni e a utilizzare un linguaggio chiaro, evitando termini eccessivamente complessi che potrebbero confondere i partecipanti.
Infine, abbiamo capito quanto sia importante provare, anche davanti allo specchio, per avere il giusto tono di voce, una postura corretta ed acquisire maggiore sicurezza ed autorevolezza.
La preparazione serve per giungere ben preparati di fronte all’audience nel giorno del training: in questa fase ci focalizziamo sull’importanza della nostra presentazione, sia aziendale che personale.
In qualità di formatori, siamo ambasciatori della nostra organizzazione e non dobbiamo dare per scontato che l’audience conosca già l’azienda e il ruolo del trainer: quanta più consapevolezza abbiamo del ruolo e della presentazione, tanto più riusciamo a trasmettere fiducia ed empatia nei confronti dei partecipanti.
Per concludere, il fondamentale momento dei feedback: cosa ci portiamo a casa da questa giornata?
Le nostre spiegazioni sono risultate chiare? I concetti principali sono stati assimilati? Siamo riusciti ad instaurare una relazione di fiducia con la nostra audience? Quali sono le aree di miglioramento?
Fare tesoro di questi feedback ci aiuta a fornire un’esperienza formativa sempre più efficace.
Dopo un percorso di tre incontri teorico-pratici e una sessione di preparazione, abbiamo concluso con una prova dal vivo, in cui abbiamo esposto un breve argomento di test davanti ai nostri compagni di avventura.
Sono state anche identificate alcune possibili obiezioni da parte dell’audience durante le sessioni di formazione – come domande non pertinenti, mancanza di attenzione, resistenza al cambiamento e interruzioni che possono rallentare il flusso della formazione – e trovato le strategie vincenti per gestire efficacemente queste situazioni.
Tra problemi tecnici ed incidenti di percorso, abbiamo sperimentato che è sempre opportuno avere un piano B (ma anche C, D e Z!) di backup, qualora la strumentazione non dovesse funzionare!
E non scrivete in verde che da lontano non si legge nulla!