Oggi, per le aziende, valorizzare le competenze dei propri collaboratori è fondamentale.
Le imprese di maggior successo, in Silicon Valley come in Scandinavia o nel Nordest italiano, sono pronte a “coccolare” i loro team, mettendoli nelle migliori condizioni per essere produttivi e creativi. Ecco perché il concetto di benessere sul luogo di lavoro è sempre più importante e cattura l’interesse degli esperti di gestione del personale.
Il benessere sul luogo di lavoro si può declinare in molti modi diversi: ad esempio nell’offrire ai collaboratori opportunità di crescita non solo professionale, ma formativa e anche personale; nel promuovere la partecipazione e l’ascolto interno; nel sostenere iniziative di welfare aziendale, e nel favorire un maggior equilibrio fra lavoro e vita personale; nel puntare sulla salubrità degli spazi di lavoro.
Alla base, un assunto: un collaboratore che sta meglio al lavoro è anche più produttivo, creativo e felice. Insomma, una vittoria sia per lui, sia per l’azienda.
Su questo tema, giovedì 31 ottobre, nei prestigiosi spazi del MUSE di Trento, si sono confrontati accademici, esperti di gestione del personale e manager di aziende autorevoli come Aton, Elica, Habitech, Technowrapp, operanti in settori diversi, ma accomunate da una grande sensibilità in materia.
A organizzare l’evento la startup trentina UpSens, specializzata nello sviluppo di sensori per il benessere negli ambienti indoor.
Ketty Paller, co-fondatrice e AD di UpSens, dichiara:
“Con questo evento vogliamo contribuire a promuovere un’autentica cultura dello star bene sul luogo di lavoro, sia esso ufficio, negozio, aula scolastica. Preoccuparsi del benessere dei propri collaboratori non è solo un imperativo morale per ogni imprenditore, ma anche una mossa intelligente dal punto di vista manageriale, perché gli studi dimostrano le tantissime conseguenze positive di una scelta di questo tipo”.
Per Aton è intervenuto Giorgio De Nardi, nostro Founder&CEO:
“Pensando allo sviluppo del nostro capitale umano ci siamo posti il grande obiettivo di fare in modo che le nostre persone, gli atonpeople vengano in ufficio volentieri, motivate da uno scopo coinvolgente e realizzate come se fossero a casa propria, in famiglia, con gli amici. La flessibilità dello smart working è importante, ma non basta. Vogliamo che gli atonpeople si sentano il più possibile se stessi, a proprio agio in un ambiente sereno e costruttivo, lavorino in gruppo in piena fiducia reciproca, vivano con passione, senso di appartenenza, concentrazione ed efficienza la propria professionalità. Aspetto imprescindibile in tutto questo è la costante attenzione verso la competitività, che deve essere allenata e perfezionata nelle sue componenti più dure: la resilienza, lo spirito di sacrificio, la combattività, il saper affrontare con decisione i problemi, la “fame” di nuovi traguardi, la voglia di vincere.”
Il programma dell’evento è stato molto ricco. Sono intervenuti studiosi del calibro di Gaetano Settimo, coordinatore del gruppo di studio nazionale inquinamento indoor dell’Istituto Superiore di Sanità, e di Laura Frigotto, professoressa in organizzazione e gestione delle risorse umane di UniTN; dell’innovatore e imprenditore Alfredo Maglione; dell’esperto di neuroscienze applicate alle risorse umane Giorgio Casoni.