Ancora oggi circa il 20% delle operazioni di riconciliazione delle fatture nella GDO è gestito manualmente, ma il metodo è farraginoso e rischia ritardi ed errori. Ecco come l’AI punta a semplificare, accelerare e automatizzare questo processo critico.
A chi pensa che l’intelligenza artificiale (AI) sia solo chatbot e automazione della customer care, rispondono i dati. L’intelligenza artificiale interviene in modo concreto e misurabile nel ciclo passivo delle aziende della GDO. Per esempio l’AI gioca un ruolo di primo piano nella riconciliazione delle fatture nella GDO.
Ecco come funziona e in quali altri ambiti opera, per semplificare, accelerare e automatizzare i processi critici.
C’è un processo, all’interno della grande distribuzione organizzata (GDO), che avviene ogni giorno sotto i radar, invisibile agli occhi dei consumatori, ma cruciale per la tenuta amministrativa ed economica delle aziende.
È la riconciliazione tra ordine, documento di trasporto (DDT) e fattura. In altre parole, è quel passaggio complesso e fondamentale in cui il sistema aziendale deve garantire che quanto ordinato, consegnato e fatturato corrispondano perfettamente, voce per voce, cifra per cifra.
Un processo apparentemente banale, ma che – soprattutto per chi lavora con centinaia di punti vendita, migliaia di fornitori e milioni di righe di prodotto – può diventare un vero e proprio incubo amministrativo. E non è un’iperbole.
In media, il 20% delle operazioni di riconciliazione nella GDO è ancora gestito manualmente: l’autista scarica la merce, un operatore controlla a penna sul Ddt cosa è stato consegnato, annota eventuali difformità, poi qualcuno inserisce tutto in un gestionale, un altro controlla la fattura e avvia l’iter di pagamento.
È un processo farraginoso, che può provocare ritardi fino a 45 giorni nella fatturazione, moltiplicando il rischio di errore umano e generando un costo enorme – invisibile, ma tangibile – per le aziende. Per questo motivo serve l’introduzione dell’intelligenza artificiale per rivoluzionare la riconciliazione delle fatture nella GDO, intraprendendo un viaggio verso il digital match perfetto.
Attualmente la tecnologia è finalmente matura per intervenire in uno degli ambiti più resistenti al cambiamento. Inoltre conviene introdurre l’AI proprio nella riconciliazione dei documenti, perché il costo dell’inazione è diventato troppo alto.
I sistemi che operano in questo ambito sono sempre più progettati per eliminare il più possibile l’intervento umano nei passaggi ripetitivi e ad alto rischio di errore.
Basta una semplice foto del documento cartaceo con l’app: l’intelligenza artificiale riconosce il contenuto (grazie a tecniche avanzate di Ocr e Nlp), lo interpreta, lo confronta con l’ordine e la fattura, segnalando automaticamente eventuali discrepanze.
Il vantaggio consiste in tempi ridotti drasticamente, errori annullati, contestazioni gestite in tempo reale, e soprattutto una visione centralizzata e omogenea dei dati, che consente di prendere decisioni più rapide e informate.
Il sistema funziona via web, non ha bisogno di server locali né di interventi tecnici in store, è accessibile anche da dispositivi mobili e disponibile offline: un vero “compagno intelligente” per chi lavora sul campo.
È da questa consapevolezza che nasce la piattaforma .one Retail, una suite applicativa che abbiamo sviluppato in Aton in sinergia con Teksmar, azienda entrata nel nostro gruppo all’inizio del 2025 e specializzata nella digitalizzazione delle catene retail.
Il nostro obiettivo è stato chiaro fin dall’inizio: semplificare, accelerare e automatizzare questo processo critico attraverso le potenzialità dell’intelligenza artificiale.
La trasformazione in corso non è solo tecnica. È prima di tutto culturale. Per decenni, l’area amministrativa della GDO ha lavorato con un approccio lineare, dove ogni passaggio era vincolato al precedente, ed ogni errore poteva bloccare l’intera catena.
In questo contesto, introdurre l’AI significa cambiare la prospettiva:
Non si tratta solo di velocizzare, ma di ripensare il ruolo dell’informazione: la coerenza tra dati diversi diventa patrimonio strategico, non solo esigenza contabile.
La visione che guida le innovazioni è quella di una GDO completamente interoperabile, in cui i sistemi di cassa, le piattaforme Erp, gli strumenti di logistica e le applicazioni di front-end parlano la stessa lingua e condividono lo stesso patrimonio informativo.
Grazie all’AI è possibile creare moduli predittivi per la gestione delle scorte in base alle anomalie nei flussi di consegna, realizzare in modo automatico note di credito in caso di non conformità e all’integrazione con blockchain per la certificazione immutabile dei documenti fiscali.
Il vero valore dell’intelligenza artificiale, oggi, non è solo nell’automazione, ma nella capacità di abilitare nuove forme di collaborazione tra attori della filiera, fornitori e clienti inclusi.
È un cambio di passo che il nostro Paese – e in particolare il settore retail – non può più rimandare. Chi pensa che questo sia solo un discorso di “velocità” o “costi” non ha colto il punto centrale. L’intelligenza artificiale, nei processi amministrativi della GDO, è prima di tutto un fattore di resilienza e competitività.
In un mercato in cui i margini si assottigliano e le complessità aumentano, saper riconciliare bene e subito significa essere più reattivi, più agili, più solidi.
La vera rivoluzione si sta delineando solo ora, grazie all’integrazione sempre più stretta tra le tecnologie di intelligenza artificiale e i processi di riconciliazione automatica.
Finora la fattura elettronica è stata interpretata principalmente come un documento da archiviare, validare e trasmettere. Ma nei prossimi mesi e anni questa visione cambierà radicalmente: la fattura diventerà un nodo attivo e intelligente all’interno di un ecosistema digitale in grado di auto-verificarsi, apprendere dal contesto, gestire eccezioni e comunicare con altri documenti del ciclo passivo, come ordini e documenti di trasporto.
Tutto questo avverrà grazie alla capacità sempre più raffinata dell’intelligenza artificiale di comprendere il linguaggio naturale, riconoscere schemi, trattare dati semi-strutturati e soprattutto adattarsi a flussi di lavoro reali, dinamici e spesso non lineari. Le regole statiche dei vecchi gestionali non sono in grado di gestire queste varianti senza bloccare il processo o generare errori. Oggi, grazie al natural language processing, i sistemi di AI riescono non solo a leggere i dati di una fattura, ma anche a comprenderne il significato. Possono ad esempio riconoscere che un addebito “fuori campo IVA” può corrispondere a una spesa accessoria autorizzata, o che una variazione nel codice prodotto è legata a una sostituzione concordata.
Non si tratta più solo di matching meccanico tra campi, ma di comprensione semantica e contestuale. I modelli di machine learning supervisionato, addestrati su migliaia o milioni di documenti reali, sono oggi in grado di imparare dai flussi storici, adattarsi ai comportamenti degli utenti e migliorare le proprie capacità di riconciliazione giorno dopo giorno. Man mano che vengono esaminati nuovi casi, l’algoritmo affina i propri criteri e diventa più preciso, più veloce e più autonomo.
Tutto questo porta verso un futuro molto vicino in cui il ciclo passivo sarà sempre più autonomo. Le fatture entreranno, verranno interpretate, confrontate, validate, contabilizzate ed archiviate senza che nessuno debba toccarle, salvo in presenza di anomalie non prevedibili.
Le grandi aziende della GDO italiana stanno già sperimentando sistemi di riconciliazione basati su AI che coprono oltre il 90% dei casi senza intervento umano, ma lo scenario si sta rapidamente estendendo anche alle medie imprese e alla pubblica amministrazione, spinte dall’evoluzione normativa europea che imporrà la fatturazione elettronica in tutti i rapporti B2B.
In un contesto economico sempre più instabile, globalizzato e dipendente dai flussi digitali, chi sarà in grado di mettere al centro dell’AI i processi documentali più quotidiani come la fattura elettronica, sarà anche il primo a beneficiare di una maggiore resilienza, efficienza e competitività.
Non è più solo una questione tecnologica, ma una sfida strategica, e il momento di agire è adesso.