Caro papà, oggi è il 20 marzo 2020 e sono passati cento anni esatti dalla tua nascita
E’ una lunga storia, la tua, iniziata nella miseria più nera nell’entroterra veneziano, a Meolo, nel primo dopoguerra. A quei tempi la vita era solo sacrifici nei campi e sofferenze. Gli studi si fermavano alla seconda elementare, la sopravvivenza era il massimo obiettivo di ogni giorno
Ma se uno su mille ce la fa, tu ci sei riuscito ed è stata un’impresa straordinaria. Il frammento di un tuo diario qui sotto ne fa intuire le ragioni
Con la volontà e immani sacrifici hai coronato gli studi, laureandoti in Economia e Commercio a Venezia. Hai studiato le lingue, hai vinto un sacco di concorsi pubblici e infine ti sei congedato (per modo di dire) al top, come dirigente capo della Ragioneria nel Comune di Treviso
Nel frattempo insieme a mamma Teresa hai fatto crescere e laureare tre figli, Giancarlo, Alberto ed io
Lo studio e il lavoro ti hanno consentito di salire nella scala dei valori sino alla piena realizzazione attraverso i figli, puntando tutto sul rispetto, l’onestà, la cultura, la voglia di migliorarsi e crescere insieme
L’esempio pratico più evidente è stata la rocambolesca salvezza dalla deportazione in Germania dopo l’otto settembre 1943. Grazie alla tua conoscenza della lingua tedesca e all’iscrizione all’università Cà Foscari riuscisti a ottenere dall’ufficiale nazista un incredibile lasciapassare a tempo indeterminato per sostenere gli esami che ti salvò la vita. Forse il graduato ebbe rispetto per la qualità della tua persona al punto da lasciarti andare, chissà
Non ho mai conosciuto qualcuno che più di te rappresentasse il famoso “Volli, e sempre volli, e fortissimamente volli” di Vittorio Alfieri
Assomigliavi a Gregory Peck, mito Hollywoodiano dell’epoca, ma per mia sfortuna ho ereditato da te tante cose ma non certo la tua bellezza
Oggi è il tuo compleanno del secolo e ritengo giusto condividere e celebrare pubblicamente questo ricordo. L’Italia avrebbe estremo bisogno di molti altri uomini come te, dedicato alla famiglia e allo Stato, esempio concreto e perenne di virtù ormai rare
Grazie papà Gino, i tuoi sacrifici continuano a generare progresso, benessere, e tanto affetto tra tutti quelli che hanno avuto la fortuna di starti vicino. Ed è giusto che anche chi è arrivato dopo possa conoscerti almeno attraverso questo breve racconto. Tre figli, sei nipoti e centocinquanta atonpeople, con relative famiglie, oggi ti devono un grande GRAZIE per le tue notti insonni a studiare, per le rinunce, per le conseguenze di una rettitudine integerrima che talvolta ti è costata cara, per l’esempio che ci hai dato e che continua a vivere e svilupparsi in Aton e negli atonpeople
Una piccola dedica finale: amavi follemente Venezia, dove da piccoli ci portavi sempre a musei.