Racconto di due atonpeople (Diego e Filippo) al Droidcon, il più grande evento sullo sviluppo di software Android in Italia.
Sveglia alle ore 06:15. Una veloce doccia accompagnata da una buona colazione. Si corre a fare il check-in nella sede Droidcon di quest’anno: le Officine Grandi Riparazioni di Torino, luogo affascinante e suggestivo che è passato nel corso degli anni dall’essere la sede delle riparazioni dei treni, a centro di cultura contemporanea internazionale.
Arriviamo tra i primi in modo da non trovare la calca che freme per entrare. Al momento del check-in ci vengono consegnati – oltre all’ambita maglietta dell’evento – un badge, sul quale poniamo la scritta “Aton S.p.A”, e le (non tanto) comode cuffie wireless con le quali ascoltare gli speaker all’opera. Tutti i talk dell’evento, infatti, si tengono contemporaneamente nella stessa conference room, perciò l’unico modo per poter seguire gli interventi distintamente è attraverso l’uso di questi particolari headset che permettono di connettersi direttamente ai microfoni dei relatori semplicemente “switchando” come fossimo davanti alla TV.
Alcuni talk si incentravano maggiormente sui metodi di lavoro e sulle linee guida per l’utilizzo di librerie del codice Retrofit e Dagger, come l’intervento di Boris D’Amato “Networking the Kotlin way: Retrofit + Coroutines” e Lorenzo Quiroli “Forging the Dagger for the modern Android World”. Le loro esperienze sono state utili per comprendere come rendere più fruibile l’uso congiunto di queste tecnologie e non incorrere in alcune frequenti problematiche.
Altri talk invece vertevano maggiormente sugli aspetti di Design e Animazione come quello del googler Nick Butcher, “Motional Intelligence: Build smarter animations”. È stato interessante osservare come all’interno di un’applicazione, a volte, dietro la cura dei particolari, ci sia un lavoro meticoloso e di grande impegno che porta alla realizzazione di dettagli capaci di stupire l’utente.
Molto interessante è stato il talk sullo sviluppo di applicazioni in multipiattaforma con la tecnologia Kotlin/Native, che unisce appunto Kotlin – il nuovo standard adottato da Google come linguaggio di programmazione per creare applicazioni Android – alla possibilità di riutilizzare il codice in modo tale da poterlo condividere su molteplici piattaforme come iOS e web.
Altro tema “caldo” discusso in questi due giorni, è stato la modularizzazione di un’applicazione. Questo approccio presentatoci da Ben Weiss, uno tra i più famosi googler al mondo, è argomento sempre più ricorrente tra gli esperti del settore. Infatti, questa metodologia permette di “spezzettare” un’app in piccoli moduli (quasi) a sé stanti e che quindi possono essere gestiti con maggiore flessibilità durante le fasi della vita di un progetto o di un prodotto.
Rispetto ad altre precedenti edizioni del Droidcon è emerso che l’attuale evoluzione tecnologica riguardante gli sviluppi Android sembra essersi stabilizzata, senza grossi cambiamenti dal punto di vista strutturale (ad esclusione dell’innovazione di Kotlin/Native, ancora però in versione beta). Quest’anno, in generale, il filo conduttore dell’evento era maggiormente improntato sugli aspetti inerenti la soddisfazione del cliente e il supporto allo sviluppatore.
Il Droidcon 2019 ha rappresentato un’occasione in cui potersi confrontare con le metodologie di lavoro e di pensiero di alcuni tra i più influenti developer e alcune tra le migliori aziende a livello internazionale, che ogni giorno tracciano nuove rotte diventando fonte d’ispirazione per i professionisti del settore di tutto il mondo.
Ci vediamo all’edizione 2020, alla caccia di nuove conoscenze (e di nuovi stickers) da portare a casa!!