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Minimum Viable Product: il segreto che si nasconde dietro all’innovazione

12/03/2019
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Quando si parla di innovazione non c’è niente di certo. Spesso si parte da un’idea che si vuole realizzare senza sapere se avrà realmente successo, oppure si investono tempo e denaro in un progetto scoprendo, solo dopo mesi o anni di sviluppo, che non risponde alle esigenze dei tuoi clienti.
Per evitare di affidarsi al caso ed ottenere i risultati attesi ,è importante, nella prima fase di analisi e definizione di un prodotto o servizio, utilizzare la metodologia del Design Thinking (approfondisci il design thinking leggendo l’articolo a questo link), che consente di ideare una soluzione ad un bisogno in modo rapido ed efficace, testando e coinvolgendo l’utente sin dall’analisi iniziale.
Una delle caratteristiche che rendono così vincente questa tipologia di metodologia Lean è il mezzo. Dopo una prima fase di analisi e definizione del problema, viene creato un prototipo che viene testato e perfezionato fino ad arrivare al prodotto finito: stiamo parlando di Minimum Viable Product (MVP).

Che cos’è il Minimum Viable Product (MVP)

A coniare il termine Minimum Viable Product (Mvp) è stato Frank Robinson nel 2001. Il termine ed è diventato celebre grazie a Eric Ries e Steve Blank, fondatori del “Lean Startup Movement”, che lo hanno introdotto nel loro approccio. Il Minimum Viable Product è la versione iniziale di un prodotto, un prototipo che consente di testare le funzionalità e di ricevere dagli utenti un feedback, con il minimo sforzo in termini di capitale, di tempo e di energie. L’obiettivo perseguito è quello di testare la reazione del mercato per evitare la possibilità che il prodotto non soddisfi il bisogno degli utenti.

Perché partire dal Minimum Viable Product (MVP)

Partire dal Minimum Viable Product mira a ridurre il costo dello sviluppo attraverso continui test in cui è possibile capire, direttamente dagli utenti, su quali funzionalità puntare e investire e quali invece tralasciare.
Sviluppare un prodotto o un servizio partendo da un Minimum Viable Product non significa creare un prodotto “minimale”, ma anzi pensarlo e progettarlo con cura per fare degli investimenti meglio focalizzati.
Altro requisito imprescindibile per coloro che creano prodotti e servizi di successo è l’elasticità mentale: quando si lancia un MVP sul mercato si deve essere disposti a cambiare rotta qualora il test non soddisfi l’utente.

Conclusione

Sviluppare un prodotto o un servizio partendo da un Minimum Viable Product consente alle aziende di innovare un settore in maniera sostenibile, costruendo gradualmente un servizio o un prodotto testandolo in maniera costante e adattandolo alle richieste del mercato e degli utenti. In questo paradigma l’errore non è un ostacolo, ma parte del processo per creare un prodotto vincente.

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